I lobbisti israeliani scrivono le notizie americane di Alan MacLeod Senior Staff Writer per MintPress News |
Il pesce puzza dalla testa: in un promemoria sfuggito alle maglie della censura interna, la dirigenza del New York Times ordina esplicitamente ai suoi giornalisti di non usare parole come “genocidio”, “massacro” e “pulizia etnica” quando scrivono delle azioni di Israele. Devono anche evitare parole come “campo profughi”, “territorio occupato” o persino “Palestina” (t.ly/anUkh). Jazmine Hughes fu costretta a dimettersi dal Nyt dopo aver firmato un appello contro il genocidio in Palestina. Alla Cnn le cose non vanno meglio: un promemoria ordina a tutti i giornalisti di presentare Hamas (e non Israele) come responsabile della violenza; di specificare sempre “controllato da Hamas” quando scrivono del ministero della Salute di Gaza e delle cifre delle vittime civili; e di non riferire mai il punto di vista di Hamas. Il conduttore della Cnn Marc Lamont Hill fu licenziato dopo aver chiesto la liberazione della Palestina in un discorso alle Nazioni Unite. Una delle conseguenze, scoperta da MacLeod, è che negli Usa i media mainstream, ma anche i giornali locali e i social media, non trovano nulla di strano ad assumere come giornalisti, anche in ruoli apicali, ex spie ed ex lobbisti israeliani. Manipolano l’opinione pubblica: cancellano i crimini di Israele e creano consenso al coinvolgimento Usa nel genocidio in corso. Le ex spie arrivano dall’Unità 8200, la divisione militare israeliana che si occupa di spionaggio, sorveglianza, guerra informatica e operazioni coperte. All’Unità 8200 viene attribuita per esempio l’esplosione dei 3000 cercapersone in Libano (9 morti, fra cui una bambina, e migliaia di feriti fra i civili). Un atto definito terroristico dall’ex direttore Cia Leon Panetta; ma “un successo” secondo il giornalista Barak Ravid. Ad aprile Ravid ha ricevuto da Biden il White House Press Correspondents’ Award, uno dei premi giornalistici più prestigiosi negli Stati Uniti. Piccolo particolare: Ravid è stato un analista dell’Unità 8200 e fino all’anno scorso era un riservista Idf. |
Molti dei principali giornalisti che ci forniscono notizie su Israele/Palestina sono letteralmente ex agenti dell’intelligence israeliana”. Vale anche per il web: sono centinaia quelle assunte da Meta, Google, Microsoft, Amazon e TikTok. | Oltre alle ex spie, i media Usa sono una sentina di ex lobbisti israeliani. Cominciamo dalla Nbc. |
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Ne è un esempio Emi Palmor, ex Unità 8200: oggi è nel Consiglio di vigilanza di Meta, il comitato che decide quali contenuti consentire e quali sopprimere sui social di Zuckerberg (Meta è accusata da Human Rights Watch di cancellare sistematicamente le voci palestinesi sulle sue piattaforme: oltre 1.000 casi di palese censura anti-palestinese solo nell’ottobre e nel novembre 2023). |
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Ci troviamo Kayla Steinberg, che scriveva di essere “orgogliosamente pro Israele” quando lavorava all’Aipac (American Israel Public Affairs Committee), la lobby israeliana più potente negli Stati Uniti. |
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Un altro esempio di ex Unità 8200 a Meta è Asaf Hochman, già capo delle strategie commerciali globali di TikTok. | ![]() |
La reporter Nbc Gili Malinsky era un’ufficiale Idf al dipartimento Relazioni pubbliche. Si occupò anche del marketing della Fidf (Friends of the Israeli Defense Forces), un gruppo statunitense che raccoglie fondi per l’Idf. |
Altre lobbiste pro Israele alla Nbc: |
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Yelena Kutikova (lavorò 3 anni alla Uja-Ny, un gruppo che raccoglie fondi per costruire insediamenti ebraici illegali in Palestina; documenti interni Uja consigliavano di diffondere la falsa notizia degli stupri di Hamas per contrastare le critiche ai massacri israeliani a Gaza); | ![]() |
Noga Even diventò manager alla Nbc dopo aver lavorato all’ambasciata israeliana negli Stati Uniti. |
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Samantha Subin: giornalista finanziaria, collaborò con il Washington Institute for Near East Policy (Winep, una costola dell’Aipac), poi col Tamid; | ![]() |
Benji Stawsky viene dal Tamid, un gruppo che mette in contatto studenti universitari con aziende israeliane; dalla Cnn approdò alla Nbc. |
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Alana Heller (Aipac) producer MSNBC; | ![]() |
Il vicepresidente di Nbc Universal, Danny Bittker, era direttore regionale della Bbyo (B’nai B’rith Youth Organization), il cui motto è: “Dalla parte di Israele e del suo diritto a difendersi”. |
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Sara Bernstein (Hillel); Women’s Philanthropy Mission to Israel | ![]() |
Brandon Glantz, dirigente di Nbc Universal, lavorava per la Hillel International, la più grande organizzazione universitaria ebraica. |
Sempre alla Nbc | alcuni ex lobbisti in forza al New York Times: |
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Sarah Poss: era alla Anti-Defamation League (Adl), un’organizzazione che si spaccia per antirazzista, ma usa l’accusa di antisemitismo per proteggere Israele dalle critiche (per esempio etichetta come antisemite le marce pro-Palestina). | ![]() |
Dalit Shalom era alla Jewish Agency for Israel, che fa parte della World Zionist Organization. |
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Moshe Arenstein, dirigente Ms Nbc, era un ufficiale dell’intelligence Idf. Sorpresa sorpresa: dopo il 7 ottobre, Ms Nbc sospese senza spiegazioni gli unici tre conduttori musulmani, Ayman Mohieddine, Ali Velshi e Mehdi Hasan. | ![]() |
Sofia Poznansky lavora a stretto contatto con gruppi di pressione come StandWithUs, Adl e Hillel. |
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Fra gli ex lobbisti israeliani di Fox News c’è Rachel Wolf. Era nel Committee for Accuracy in Middle East Reporting, un gruppo di attivisti sionisti. Ha lavorato all’ambasciata israeliana a Washington e ha fatto la speechwriter per la Missione permanente di Israele all’Onu, dove era assistente di Netanyahu. Si è poi trasferita in Israele: era la portavoce dell’esercito (comunicati stampa, campagne sui social). Oggi è la homepage e social media editor di Fox News. | ![]() |
Rania Raskin lavorava per il Tivkah Fund, un’organizzazione che promuove il sionismo tra i giovani ebrei americani. Assistente editoriale al NYT |
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Olivia Johnson era direttrice del Jewish Institute for National Security Affairs (Jinsa). Un recente rapporto del Jinsa chiede agli Usa di sostenere Israele in una guerra contro l’Iran. Dopo il Jinsa, la Johnson ha lavorato a Cbs News e ora è a Fox News. | ![]() |
La Raskin è l’assistente dell’editorialista Bret Stephens, che per il Nyt ha scritto articoli intitolati “L’accusa di genocidio contro Israele è un’oscenità morale” |
Sempre alla Nbc | Altri ex lobbisti sionisti in media importanti: |
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Sarah Schornstein (Aipac, Hillel, Jinsa, Camera). “Per Camera monitoravo qualsiasi attività antisemita/antisionista nel mio campus”, ha scritto. MacLeod: “Dunque per lei antisemita e antisionista sono la stessa cosa”. Nel 2021 era alla Missione permanente di Israele presso le Nazioni Unite, dove controllava che le Ong invitate non “avessero un impatto dannoso sugli interessi israeliani”. | ![]() |
Beatrice Peterson, ex Aipac, oggi Abc News |
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Nicole Cooper: ex Aipac, è l’assistente del presidente di Fox News. | ![]() |
Oren Oppenheim, ex Hillel, lavora a Abc News |
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Hannah Rabinowitz viene invece dall’Anti Defamation League. | ![]() |
Erica Scott, ex Adl, oggi a Cbs News. |
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Per esempio Jenny Friedlander. Era all’American Jewish Committee (Ajc), un’organizzazione che combatte il movimento “Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni” | ![]() |
Betsy Shuller, ex Hillel, a Cbs News. |
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Al Washington Post c’è Lisa Jacobsen: era direttrice dell’American Israeli Cooperative Enterprise, un gruppo che sponsorizza politiche Usa pro-Israele. |